COSTRUIRE HIFI #265 – LUGLIO 2021 – #ANDRÀTUTTOBENE?!?
#andràtuttobene?!?
Ci sono solo due errori che si possono fare nel cammino verso il vero:
non andare fino in fondo e non iniziare.
BUDDHA
È passato più di un anno dal primo lockdown, da quell’8 marzo 2020 che rimarrà impresso nella mente di tutti noi come il primo impatto con una guerra contro un nemico invisibile ma non per questo meno subdolo e aggressivo.
Tante cose sono successe e tante ancora ne succederanno visto che, come sembra ormai chiaro, l’uscita da questa pandemia è ancora ben lungi dall’essere raggiunta.
Nel mezzo ci sono stati molti morti, troppi morti, una crisi economica che non sembra vedere ancora una via di uscita definitiva e molte parole vuote, rese ancora più inutili da nostri comportamenti collettivi al limite dell’insensato.
Questo mese non voglio parlare di vaccino, cure, mascherine e ricoveri… voglio godermi questo scampolo di libertà riconquistata, voglio riassaporare l’effetto di respirare all’aperto senza la mascherina, voglio insomma godermi questo primo timido segnale di uscita da una guerra che non è ancora finita.
Voglio invece parlare di quello che è un effetto collaterale di questa forzata astinenza dai contatti umani, di questa chiusura in noi stessi che sta provocando effetti che non siamo ancora in grado di prevedere…
Insomma voglio parlare di come siamo diventati dopo tutta questa forzata chiusura in noi stessi e lo faccio prendendo spunto da alcune lettere che sono giunte nelle nostre redazioni in queste ultime settimane.
Non mi riferisco a nessuno in particolare ma vorrei, con voi, provare a evidenziare quello che secondo me sarà un problema ancora poco analizzato e poco indagato… come ne usciremo dal punto di vista sociale e psicologico?
Vi ricordate i disegni, gli arcobaleni, i balconi con le persone che cantavano, i bambini che scrivevano andrà tutto bene, gli hashtag #andràtuttobene… Bene, se vi ricordate tutto questo vi ricorderete che io già un anno fa scrivevo che invece, secondo me, non sarebbe andato tutto bene, che questa forzata chiusura in noi stessi avrebbe provocato un cambiamento nelle nostre abitudini, un imbruttimento collettivo ma anche individuale… guardano alcune lettere che continuano ad arrivare mi sembra di scorgere i segni di tutto questo e forse ancora qualcosa di più.
Ecco perché ho deciso di prendere carta e penna (virtuali!) e provare a parlarne con voi nella speranza che, come accade in psicologia, anche il solo evidenziare il problema, possa rappresentare l’inizio del processo di analisi e di superamento dello stesso.
Secondo me siamo diventati più cattivi, più insofferenti nei confronti degli altri… in una parola siamo diventati dei misantropi!
“La misantropia (dal greco antico: μίσος, mísos, «odio» e ἄνθρωπος, ànthrōpos, «uomo, essere umano») è un sentimento e un conseguente atteggiamento d’odio, disprezzo o mancanza di fiducia nei confronti del genere umano, caratterizzato talora dall’isolamento materiale o morale dagli altri.” Wikipedia definisce così il termine misantropia e credo che descriva molto bene ciò che sta accadendo alla nostra società in generale ma anche, e forse maggiormente, ai nostri microcosmi rappresentati dalle nostre riviste.
Chi ascolta musica in casa lo faceva spesso da solo e questa sensazione di solitudine si è naturalmente acuita a seguito di questa pandemia. Stesso dicasi per chi addirittura non solo ascolta musica con il proprio impianto hifi ma, come nel nostro caso, l’impianto hifi se lo autocostruisce!
La solitudine si è acuita, il distacco dal prossimo è aumentato, il senso di frustrazione e di isolamento è aumentato… ed ecco allora che, parallelamente, sono aumentati sentimenti negativi e pericolosi come la diffidenza, il senso di autoisolamento, il narcisismo… tutti sentimenti che portano sempre più a isolarci dagli altri, a chiuderci in noi stessi, a giudicare gli altri senza empatia ma con invece lontananza e freddezza.
Leggendo ciò che scriviamo sui forum, sui social, in rete si percepisce che l’empatia sta venendo meno, che non c’è più quella voglia che c’era prima di aiutarsi e sostenersi ma che invece stanno prevalendo la critica, spesso fine a sé stessa, l’acrimonia, l’arroganza e, alcune volte, il delirio di onnipotenza.
Ripeto non mi riferisco a nessuno di voi ma a TUTTI NOI NEL COMPLESSO COME UMANITÀ!
Siamo peggiorati, siamo diventati più insensibili, più distaccati, meno propensi ad aiutare gli altri, meno tolleranti…
Perché scrivo tutto questo? Perché sto qui a tediarvi con queste mie parole?
Perché spero che qualcuno di voi, leggendo questo mio editoriale, si ritrovi in quello che ho scritto e cominci a pensare che invece il bello della Vita non sta nella chiusura ma nell’apertura, non sta nel rimanere nella propria stanza a criticare ciò che fa tizio o ciò che scrive caio, ma nel cercare di comprendere ciò che tizio o caio volevano dire e fare e magari aiutarli a fare meglio.
Torniamo nuovamente a condividere, sia nel senso etimologico del termine (dividere insieme a qualcuno) ma anche nel senso forse più forzato o nascosto di cum-dis-videre, ovvero di vedere nuovamente unito ciò che era separato!
Ecco, forse è tutta qui la chiave per uscire migliori da questa pandemia: non pensare che andrà tutto bene senza alcuno sforzo da parte nostra ma provare invece, con forza e tenacia, a tornare a vedere UNITO ciò che oggi è DIVISO!
Io ci credo… e voi?
Un abbraccio a tutti voi e, come sempre, scrivete quello che ne pensate a:
abassanelli@costruirehifi.net.
Buona musica e avanti tutta!
#andràtuttobene?!?
di Andrea Bassanelli
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