FEDELTÀ DEL SUONO #326 – MAGGIO 2023 – LA CRISI COME TRANSIZIONE
La crisi come transizione
Il successo non è definitivo,
il fallimento non è fatale:
ciò che conta è il coraggio di andare avanti.
WINSTON CHURCHILL
EYE OF THE TIGER
[Verse 1]
Rising up, back on the street
Did my time, took my chances
Went the distance, now I’m back on my feet
Just a man and his will to survive
So many times, it happens too fast
You trade your passion for glory
Don’t lose your grip on the dreams of the past
You must fight just to keep them alive
[Chorus]
It’s the eye of the tiger
It’s the thrill of the fight
Rising up to the challenge of our rival
And the last known survivor
Stalks his prey in the night
And he’s watching us all
With the eye of the tiger
[Verse 2]
Face to face, out in the heat
Hanging tough, staying hungry
They stack the odds ‘til we take to the street
For the kill with the skill to survive
[Chorus]
It’s the eye of the tiger
It’s the thrill of the fight
Rising up to the challenge of our rival
And the last known survivor
Stalks his prey in the night
And he’s watching us all
With the eye of the tiger
[Verse 3]
Rising up, straight to the top
Had the guts, got the glory
Went the distance, now I’m not gonna stop
Just a man and his will to survive
[Chorus]
It’s the eye of the tiger
It’s the thrill of the fight
Rising up to the challenge of our rival
And the last known survivor
Stalks his prey in the night
And he’s watching us all
With the eye of the tiger
[Outro]
The eye of the tiger
The eye of the tiger
The eye of the tiger
The eye of the tiger
ALBUM: Eye of the tiger
ARTISTA: Survivor
ANNO: 1982
Dal 14 al 16 aprile si è svolto l’annuale evento nordamericano dedicato al mondo dell’HI-FI: AXPONA (Audio Export North America). A cavallo di queste date due notizie si sono rincorse relativamente a due top player mondiali del settore.
La prima in ordine di tempo riguarda la britannica MQA che sembra essere andata in amministrazione controllata dopo che il suo principale finanziatore ha annunciato l’intenzione di ritirarsi. La società, che recentemente ha lanciato la nuova tecnologia codec SCL6, sta cercando un acquirente, e dice che le trattative sono in corso.
L’altra notizia riguarda questa volta il marchio americano Audio Research che, sembra anche lui essere entrato in crisi finanziaria con l’attivazione di un particolare procedimento dello Stato del Minnesota che consente alle aziende i difficoltà di attivare una sorta di “amministrazione controllata”, in cui tutti i beni di una società debitrice vengono trasferiti a un trust controllato da un “cessionario” che prende tutte le decisioni operative e finanziarie per disporre dei beni in un modo che sia più adatto a beneficio dei creditori della società. Sembrerebbe che la decisione sia stata presa direttamente dalla Audio Research (che quindi non è stata “obbligata” ad affidarsi a questa possibilità fornita dal Minnesota) e che quindi a breve, come dice lo stesso David Gordon, amministratore delegato di Audio Research, si troverà un nuovo proprietario.
Fin qui le notizie, scarne come è normale che sia in questi momenti concitati che vedono le aziende muoversi sul mercato per cercare di mantenere l’operatività in vista di possibili cessioni. Ma se andiamo oltre le notizie e ragioniamo di quello che sta accadendo, allora il quadro potrebbe assumere toni differenti.
La Audio Research era già entrata in crisi nel lontano 2008 quando fu acquistata da Fine Sounds Spa (che già aveva in pancia Sonus Faber e che di li a poco comprò anche McIntosh). Successivamente Fine Sounds nel 2014 passò al fondo Yarpa , nel cui capitale era presente anche Mauro Grange e Charles Randall di McIntosh. Nel 2016 Fine Sounds Spa cambiò nome e divenne McIntosh Group che, ad agosto 2020, cedette il marchio Audio Research alla TWS Enterprises, che ne è attualmente il proprietario. Questa è la storia breve degli ultimi 15 anni di vita del marchio nato nel 1970 nel Minnesota e che ora sembra tornare nuovamente in acque agitate.
Si potrebbe pensare ad un problema di crisi industriale e/o finanziaria ma, vista la storia recente, probabilmente è un problema di riorganizzazione interna non del tutto effettuata. Di certo questa notizia squarcia il velo di una certa ipocrisia rispetto a dei marchi storici, come appunto Audio Research, ma che sembrano non essere in grado di adeguarsi ai mercati in continuo cambiamento… sicuramente si troverà un nuovo acquirente (si parla già di uno o più distributori internazionali decisi a non perdere quote di mercato…) ma è un brutto segnale.
Pessimo segnale è invece quello che riguarda la MQA, visto che qui non parliamo di un’azienda che produce hardware ma di una industria del software tra le più promettenti. La MQA Limited nasce infatti a Londra nel 2014 con l’intento di rivoluzionare il mercato dei CODEC audio ad alta qualità. Dal 2014 ad oggi è stato un susseguirsi di annunci, di accordi, di lanci di nuovi prodotti e servizi (l’ultimo in ordine cronologico a fine 2022 è stato MQair, un nuovo codec audio wireless) che però non hanno mai del tutto fatto breccia nel mercato, complice anche il fatto che poche sono le aziende produttrici che hanno sposato in toto questo formato e ancora meno sono state le case discografiche che vi hanno aderito. Si può dire che solo la Warner Music abbia sposato lo standard MQA, mentre altre aziende come Universal, Sony o Merlin hanno deciso un approccio più graduale, concedendo solo alcuni titoli per la codifica in MQA. Anche perché nel frattempo la competizione si è spostata sul web attraverso i servizi di streaming in alta risoluzione come Apple Music, Spotify, Tidal e altri… Tidal è stato l’unico servizio a sposare la codifica MQA e lo rendeva fruibile attraverso il servizio HIFI PLUS. Dopo la notizia della crisi di MQA, anche Tidal si è affrettata ad annunciare la disponibilità del formato FLAC ad alta risoluzione sulla sua piattaforma. È importante ricordare che mentre MQA è un formato di codifica A PAGAMENTO, FLAC è un formato OPEN che quindi non prevede il pagamento di licenze.
Che cosa accadrà ora ai due marchi? Sicuramente Audio Research continuerà ad operare sul mercato, cambierà proprietario ma continuerà a sfornare sistemi hifi ancora per molto. Diverso è invece il futuro di MQA che pare essere stata messa all’angolo… vedremo al prossimo Monaco High End quali novità ci riserverà il futuro…
Io nel frattempo vi invito a tenere d’occhio i nostri canali social su Facebook e il nostro sito web nelle prossime settimane, dove vi informeremo sugli sviluppi della situazione e su nuove iniziativa ONLINE che dovrebbero vedere PRESTO la luce!
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